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Il Santuario-Convento di Santa Maria degli Angeli

La storia

Nel 1250 circa, a seguito di triplice visione rivelatrice ad un pio sacerdote cassanese, avviene la scoperta dell'immagine della "Madonna degli Angeli", affrescata su una parete della grotta naturale posta sulla Murgia di Cassano. L'Immagine Sacra era stata nascosta nella grotta plurimillenaria a seguito delle persecuzioni (717-741) di Leone III detto l'Iconoclasta. La scoperta aveva sùbito fatto accorrere sul colle, non soltanto la popolazione cassanese ma anche una grande massa di pellegrini da ogni dove provenienti.

Fu eretta una Chiesetta e alcune cellette che ospitarono i primi assistenti del sacro luogo: i Francescani Minori dell'Osservanza. Nel 1598 furono sostituiti dagli "Alcantarini". La Grotta della Madonna degli Angeli Trascorsi oltre due secoli dal ritrovamento, fu costruito il nuovo Convento, autorizzato con Bolla di SS. Papa Paolo II in data 29 maggio 1469, grazie alle donazioni dei cassanesi Bartolomeo Cimbrone e Sac. Don Domenico De Consulibus e le elargizioni del feudatario di Cassano, Giulio Antonio Orsini-Acquaviva, Duca d'Atri. La festività della "Vergine degli Angeli" era stata stabilita il 2 agosto di ogni anno, e si solennizzava sul Convento, a cui si aggiunse una fiera di 8 giorni accordata da Carlo VIII, Re di Francia, con regolare Diploma del 25 Aprile 1495.

Col tempo la grotta fu man mano abbandonata, fino a diventare cisterna d'acqua, dimenticandosi dell'esistenza dell'affresco ivi riprodotto, tanto da far credere ad una storia immaginaria e di favola. Il simulacro della "Madonna degli Angeli", che all'epoca si venerava, era costituito da una piccola statua di legno, oggi posta in cima all'Altare del Crocifisso. La nuova statua, tuttora venerata, fu realizzata nel 1829, scendendo dal colle per la prima processione in paese del 2 agosto 1830, dietro permesso di S.E. l'Arcivescovo Mons. Michele Basilio Clary e dell'allora Sindaco Avv. Domenico Angelo Miani. Successivamente, la processione in paese fu definitivamente autorizzata con Bolla Arcivescovile del 16 Ottobre 1830.

 

Il secondo rinvenimento dell'Immagine Sacra, abbandonata nella grotta-cisterna, avvenne il 19 maggio 1855 dopo che la "Vergine degli Angeli" era apparsa in sogno, distintamente a due donne e ad un altro sacerdote, tutti cassanesi. Il ritrovamento fu effettuato da Padre Domenico da Cassano e Fra Michele da Bari, guidati da Padre Daniele da Valenzano, Ministro Provinciale dei "Padri Riformati di San Nicola di Bari". L'evento fu festeggiato il giorno dopo, domenica 20 Maggio, con corteo guidato dall'Arciprete Don Raffaele Turitto, col Primicerio Don Giovanni Gentile e il Capitolo di 16 Sacerdoti, che offrirono alla "Madonna" la "Corona d'Argento". In ricordo della seconda Apparizione, ogni Terza Domenica di Maggio si festeggia la cosiddetta "Madonn' d' Basce". Il Quadro riproducente l'immagine della "Madonna della Grotta", eseguito dal pittore Felice Colonna in occasione della seconda rivelazione suddetta, viene portato in processione dalla Chiesa di San Giuseppe al Convento, accompagnato da carri allestiti a festa, carichi di "panedd", che vengono benedette e distribuite a tutti i fedeli desiderosi di conservarle in casa, per devozione alla "Patrona" e contro le avversità.

Nel 1866, a seguito dell'espropriazione dei beni ecclesiastici da parte dello Stato, il complesso Conventuale divenne bene demaniale e, con successive leggi, patrimonio del Comune di Cassano Murge. Con tale soppressione, seguì naturalmente la partenza dei padri Religiosi Francescani rimasti. Così, il Santuario ed il Convento caddero in un profondo declino, anche se la devozione alla Madonna degli Angeli non è mai venuta meno.

Il 2 Agosto del 1924, i festeggiamenti in onore della Santa Protettrice dei cassanesi si arricchirono del suggestivo Rito della simbolica "Consegna delle Chiavi d'Argento della Città" alla Vergine ss. da parte del Sindaco, previa benedizione impartita dal Parroco della Chiesa Matrice.

Il 21 Luglio 1935 i Padri Agostiniani, tra l'immensa gioia dei cassanesi, entrarono a condurre il Convento, ridando luce e vita all'antico Santuario. Nel corso della memorabile suggestiva manifestazione, il Podestà Marchese Ernesto Carignani (nipote dello storico Armando Perotti), si compiacque di donare ai nuovi custodi del Convento, la preziosa Bolla originale di Papa Paolo II, datata 29 maggio 1469, di erezione del Santuario, tutt'ora gelosamente conservata negli archivi della Comunità Agostiniana. Viene, così, attuata subito la costruzione dell'Istituto che fiancheggia il Convento, che diventa un Centro Studi Teologici e, successivamente, un importante Centro di Spiritualità.

L'architettura

Esterno del santuario

La facciata settecentesca, cuspidata, è aperta al centro da una finestra centinata. Il portale è sormontato da un arco a sesto acuto nella cui lunetta è collocato un bassorilievo della Vergine degli Angeli. Addossata alla fiancata sinistra si erge la costruzione del Cappellone del Crocifisso nella cui parete è incastonato un bassorilievo in pietra raffigurante l'Eterno benedicente, che regge con la sinistra il globo.

Sulla destra l'accesso al Convento, cui si giunge attraverso il caratteristico Chiostro quattro-cinquecentesco. Sempre sulla destra, affiancata al Convento, la grande mole del complesso costruito nel 1937 dai Religiosi Agostiniani, per opere sociali.

Interno

La navata centrale: è' come un corridoio (m. 23,20 x 5,25) con volta a botte e pareti nude. Sulla sinistra un quasi corridoio forma la navata laterale con in fondo il Presepe e poi il vano del Cappellone del Crocifisso. A fianco del Presbiterio le rampe di accesso alla Grotta cui si arriva attraverso un Sacrario di pregevoli marmi, in ricordo dei Caduti in guerra di Cassano.

Navata laterale: corridoio (m. 10,00 x 3,10) con volta bassa ed archi. Sullo sfondo: il Presepe; sul lato sinistro: altari di S. Rita e S. Agostino (di recente fattura marmorea) e ingresso al Cappellone del Crocifisso.

Cappellone del Crocifisso: è un vano quadrato (m. 9, 1 5 x 8,70), formato da 4 arconi con cornicione su cui è impostata la volta a padiglione.

Le principali opere d'arte

La Chiesa e il Convento di Cassano, per la ricchezza delle opere d'arte di cui sono dotati, costituiscono veramente un piccolo scrigno. Si deve senz'altro allo zelo e alla operosità dei Figli di Francesco l'abbondanza di opere che man mano hanno arricchito il Santuario. Operosità che mentre ha arricchito il "sacro luogo", ha lasciato nella povertà dell'anonimato quasi tutti i rispettivi autori. Sono opere di pregevole fattura che da sole esprimono la bravura degli autori, anche se sui loro nomi si ripetono le espressioni "autore ignoto" o "è attribuito".

Crocifisso ligneo: del XIV - XV sec.

Sette piccole sculture in legno: raffiguranti rispettivamente la Madonna col Bambino, quattro busti di Santi Martiri e due Ostensori, tutte collocate nelle nicchie della "macchina lignea" del Crocifisso ed attribuite ad ignoto intagliatore del '500.

Artistico tabernacolo in legno: opera di Fra Giuseppe da Soleto, della prima metà del XVII sec.

Tela di "Sant'Antonio da Padova": opera di Fra Francesco da Martina Franca, dei primi decenni del '600.

Tela "dell'Immacolata: opera del detto Fra Francesco da Martina Franca, in collaborazione con Fra Giacomo da San Vito dei Normanni.

Pala di San Francesco: dipinto a tempera della seconda metà del XV sec.

Dipinto con 3 Santi: Zenone, Lorenzo e Nicola di Bari.

Madonna del Silenzio: opera del XVII sec., attribuita a Fra Giacomo da San Vito dei Normanni.

Polittico di sei scomparti: su tavola con Madonna delle Grazie ed altri cinque Santi (custodito presso la Pinacoteca Provinciale di Bari), fine '400 inizio '500, attribuito a Cristoforo da Lendinara o ad un pittore pugliese denominato ZT. E' imminente la restituzione dell'opera al Santuario.

Confessionali: Sono tre, tutti dello stesso stile e dalle stesse caratteristiche. Nella parte inferiore sono raffigurati, in riquadri geometrici, motivi floreali appena leggibili, ai lati e sulla sommità anse e volute. Ignoto intagliatore dei XVI secolo.

Presepe in fondo alla navata laterale. Opera realizzata tra la fine del '400 e l'inizio del '500, attribuita a Paolo da Cassano. Al centro, la Grotta con la Sacra Famiglia è occupata dalle statue policrome: Madonna e S. Giuseppe, inginocchiati in adorazione, il Bambino Gesù, adagiato su di un cuscino. Il bue e l'asino. Tutt'intorno, collocate sulla roccia, statue dei Magi e pastori. Intorno, alle pareti affreschi non più visibili e decifrabili.

Dipinto della Vergine degli Angeli (nella Grotta): E' l'immagine della Vergine che ha dato origine e dà significato a tutto il complesso. Rinvenuto qui, a dir della tradizione, una prima volta nel XIII secolo e poi una seconda, il 19 maggio 1855, a seguito di "segni misteriosi", è diventato luogo di "pellegrinaggio" per la devozione a Maria. Il titolo è dovuto agli Angeli che circondano il viso della Vergine - alcuni non più visibili - e alla presenza dei Frati Minori (francescani) come primi custodi della Grotta e del nascente Santuario. La Madonna ha il capo reclinato e appoggiato al Bambino Gesù, raffigurato di profilo. La sua origine divide gli specialisti: secondo alcuni è dei primi secoli dei cristianesimo, addirittura prima di Costantino, perché sulla corona non c'è la croce; secondo altri risalirebbe all'epoca dei Basiliani, quindi al periodo della persecuzione di Leone III Isaurico (714-741).

Particolari esterni ed interni

Porta di ingresso: costituita da due ante delimitate da fini lesene poggiate su un alto zoccolo e con capitelli scolpiti a ovuli e volute e divisi in riquadri; in essi, vasetti preziosi e finemente dipinti con motivi nastriformi. Opera di bottega locale dei XVIII secolo restaurata nel marzo 2002.

Pulpito: nel riquadro centrale sono rappresentati i simboli Eucaristici delimitati da Cesene e riquadri con motivi floreali. Questi si ripetono anche nella zona inferiore alternati da grosse foglie di acanto che fungono da sostegno alle colonnine; sulle facce laterali si ripetono gli stessi motivi. Ignoto intagliatore locale del XVI secolo. Restaurato nel maggio 2002.

Il Chiostro: Sulla sinistra, uscendo dalla Chiesa, una piccola gradinata porta all'ingresso del Convento cui si accede attraverso la portineria e un bellissimo Chiostro. Il Chiostro, dal gusto caratteristicamente francescano, dagli archi bassi ed a sesto acuto, risale alla fondazione del Convento, anche se risistemato nel tempo contiene tutt'intorno affreschi (restaurati di recente) con scene della vita di San Francesco che risalgono alla prima metà del '700. L'Alessandrelli avanza l'idea che siano opera del concittadino pittore Giuseppe Domenico BALESTRA (Cassano Murge 1668-1754), o al massimo dello stesso autore di analoga decorazione esistente nel Convento di Bitetto.

Il Faro (in fondo al viale nel giardino del Convento). Riprendendo una vecchia tradizione, riportata nel 1482, secondo la quale "sul Cenobio di Cassano si accendeva ogni sera un grosso fanale, che era guida sicura ai naviganti per approdare nel porto di Bari", nel 1954, a ricordo dell'anno Mariano, la Comunità Agostiniana elevò al cielo un Faro che indica a tutti la Presenza di Maria, Faro che illumina il cammino del viandante verso Dio.

Persone illustre del convento

Sotto la protezione della Vergine SS. degli Angeli, passarono i loro anni in preghiere e mortificazioni i Beati Giacomo Illirico da Bitetto, Giovanni da Parma ed alcuni illustri Padri Francescani Cassanesi, morti anche loro in onore di santità, fra cui Padre Bernardino.

Beato Giacomo da Bitetto (al secolo Varingez Giacomo, Zara 1400 - Bitetto 1490 c.), protettore di Bitetto, fu beatificato il 29 Dicembre 1700. E' in corso la "Causa di Santificazione". Soggiornò nel Cenobio di Cassano per circa dodici anni (1444 - 1456).

Beato Giovanni da Parma (al secolo Della Penna Giovanni, Parma 1417 - Cassano di Bari 1497). Soggiornò nel "Conventino" di Cassano per circa 40 anni, ove morì all'età di 80 anni.

Padre Bernardino da Cassano (Cassano di Bari 1593 - 1679). Una delle figure più complete della Serafica Riforma Pugliese del Seicento. Ministro Provinciale dei Minori Francescani dell'Osservanza (1647 - 1650). Esemplare nell'osservanza religiosa, fu valente nelle lettere e nelle scienze. Padre Lettore di Filosofia e Teologia, Poeta e Oratore non volgare.